Finisce il peggior campionato di sempre, cinque anni che è nata la ca220 e mai tutto era andato così male. Ultimi, con due miseri pareggini a muovere la classifica. Questo campionato ci vede retrocedere nell'arida landa che è la serie C.
Però
Però, non è andata così male. Forse un'ondata di follia mi ha colpito mentre scrivo questo post, però nonostante i risultati, ho rivissuto, in alcune partite, le stesse sensazioni dei primi anni e questo è positivo.
E' stato un anno tragico anche per via delle tre defezioni, siamo partiti in sei contati e nel corso di sole 15 partite abbiamo perso Michele, Luca e poi Matteo il portiere con cui dovevamo disputare il campionato.
Perdere Michele e Luca è stato un brutto colpo per il gioco, che seppur non splendido stava cominciando ad essere almeno naturale e questo nel calcetto è importante. Perdere Matteo è stato un colpo principalmente perché nessuno di noi sa stare decentemente in porta e a calcetto il portiere è veramente fondamentale.
Però in cinque contati e senza portiere abbiamo pareggiato anche quest'anno nel derby, contro i cuginastri, che per noi è quasi una vittoria.
Però alla fine dell'anno tiro le somme del mio foglio excel, che serve principalmente per vedere a chi devo andare a prendere soldi perché scappato subito dopo la doccia, ma che all'occorrenza si trasforma in un ottimo specchio della stagione, l'asettica analisi matematica di quello che abbiamo fatto. E un dato mi ha colpito, anzi no, non è vero, non mi ha colpito, mi si è semplicemente palesato, perché è sempre stato sotto i miei occhi.
15 partite, la durata di questo campionato, q u i n d i c i l u n g h i s s i m e p a r t i t e, per arrivare alla fine, e guardando le presenze ci sono tre nomi che spiccano, il mio, quello di Tommy e quello della Ghià. 15 presenze su 15, e se vedere il mio nome non mi fa specie, mi conosco, sono felice di vedere quello di Tommy, colonna portante della Ca220 da sempre, però allo stesso modo da tutti considerato anche scostante. Anche quest'anno ci ha avvisato il venerdì che avrebbe saltato la partita (l'ha fatto per tutte e quindici in effetti), ma alla fine a quattro minuti dal fischio d'inizio, lo vedevi arrivare con la borsa (o il sacchetto) a tracolla ... perché alla fine lo vedi chi dentro è veramente ... il capitano.
Il Capitano
15 presenze su 15 non è poco in un anno di merda come questo, vuol dire non mollare mai. E guarda chi mi sbatte in faccia la sua vendetta ... la Ghià a cui ho sempre rimproverato di mollare, e invece alla fine di questo campionato mi può guardare in faccia e dirmi a due centimetri dal naso "... e adesso checca22o mi dici ..." (non lo fare perché ti spacco la faccia)
Ca220 Duro
Quando tutto a metà stagione ci è crollato sotto i piedi, in tanti hanno pensato che questo fosse l'ultimo alito di vita della ca220, troppo pochi anche solo per pensare di scendere in campo, e allora in diretta dal 2007, direttamente dalla stanzetta, qualcuno prende la macchina del tempo e decide di tornare a giocare, perché la ca220 è un sogno che non deve spegnersi, e così nei campetti di San Vittore torna a scalciare il giovane calcettista in erba, Leo. Non ha fiato, non ha magari più nemmeno la gamba, ma se la ca220 chiama agonizzante, lui altrettanto agonizzante cadrà esausto in campo. E così tre fondatori segnano il corso della nuova ca220.
Cadere sempre, mollare mai
Anche in questo fallimentare campionato questa famiglia del ca220 si è allargata con tre nuovi innesti, 10 presenze in tre, ma cariche di voglia e amore per la squadra, avrebbero sicuramente voluto fare di più ma il lavoro li ha tenuti lontani troppo spesso. Il torneo estivo vi offrirà questa possibilità.
La Famiglia si allarga
All'appello disperato hanno risposto anche tre last minute, che ci hanno consentito di riuscire a non giocare in quattro, o addirittura di avere un cambio. Salvifici dispensatori di fiato. Grazie anche a loro.
Riserva d'ossigeno
Ultimi, ma non di certo per il valore, alla disfatta si uniscono anche tre vecchie glorie, che dal 2007 ad oggi hanno già avuto modo di vestire la Ca220 in tutti i suoi colori e tutte le sue forme.
Last, but not least
Un ringraziamento finale anche a chi non gioca da un po' (ma che aspettiamo sempre), ma che non manca mai.
La curva
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